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Tipologia Sistema lagunare e stagnale legato all’emersione di barre sabbiose. |
Caratteristiche generali Vasto sistema costiero a bassi fondali e dolci morfologie nell’entroterra. Zona umida fortemente condizionata dall’intervento antropico legato all’impianto delle Saline. L’elevata salinità delle acque e dei suoli dei terreni circostanti condiziona in senso alofilo la vegetazione. Sosta e riproduzione di una ricca avifauna di interesse comunitario. |
ASPETTI GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI
La laguna di S. Caterina e l’adiacente Salina di S. Antioco si collocano nella Sardegna sud-occidentale, nei pressi dell’istmo di S. Antioco, e si affacciano sul Golfo di Palmas.
L’area lagunare e stagnale risulta delimitata a nord dall’istmo che collega l’isola di S. Antioco alla terraferma, ad ovest dalla stessa isola di S. Antioco e ad est dai territori di S. Giovanni Suergiu, Tratalias, Giba e Villarios, mentre risulta separata dal mare da un esteso cordone sabbioso che corrisponde alla penisola di Corru Longu e di Su Caderanu.
Questo tratto costiero è caratterizzato da bassi fondali e da un immediato entroterra a morfologia dolce con quote generalmente al di sotto dei 100 metri. Litologicamente il substrato geologico della regione è costituito dal complesso vulcanico riolitico e riodacitico riferibile al ciclo calco-alcalino del Miocene inferiore. Sopra tali litologie giacciono coperture alluvionali antiche e recenti, nonché depositi di spiaggia recenti ed attuali.
Particolare importanza geologico-strutturale riveste il braccio di mare che separa l’area lagunare e stagnale dall’isola di S. Antioco, che rappresenta un’area di sprofondamento riferibile alla tettonica distensiva Plio-Quaternaria, e dunque correlabile con il graben del Campidano.
La dinamica delle correnti marine che regola la distribuzione dei sedimenti in questo tratto di costa ha dato luogo alla formazioni di estesi cordoni sabbiosi emersi in seguito alle fluttuazioni del livello del mare riferibili alle ultime fasi trasgressive e regressive del Pleistocene.
L’origine della laguna di S. Caterina e delle saline di S. Antioco è da mettere in relazione proprio con l’emersione di uno di questi cordoni di sabbia emersi durante l’ultimo evento trasgressivo versiliano.
Gli sbocchi naturali dell’area lagunare e stagnale esistenti nel cordone di spiaggia che consentivano il ricambio idrico ad opera delle correnti di marea e delle mareggiate, sono stati sbarrati, e sostituiti da due nuove comunicazioni con il mare in corrispondenza degli sbocchi del canale circondariale che contorna tutta l’area lagunare. Tali aperture sono poste una ad est, parallelamente alla foce del Rio Palmas, l’altra ad ovest, in prossimità dell’istmo di S. Antioco.
La profondità massima della laguna si aggira intorno ai 2 metri, mentre gli apporti idrici da parte dei corsi d’acqua sono assicurati dal Rio Palmas, dal Rio Sassu e dai numerosi canali di bonifica che costituiscono una fitta rete di drenaggio intorno alla zona.
Il Rio Palmas, principale immissario del sistema lagunare, drena una superficie di circa 460 Kmq e nasce nei pressi del M.te Orrì (722 m). Dopo un percorso di circa 40 Km sfocia a sud delle Saline di S. Antioco. Il Rio Palmas è in realtà il risultato della confluenza di diversi corsi d’acqua: il Rio Gutturu Punti; il Rio Mannu di Narcao; il Riu Mannu di Santadi; il Rio di Piscinas.
Attualmente la sua portata idrica e la quantità di materiale trasportato è notevolmente diminuita in seguito alla costruzione dello sbarramento di M.te Pranu, progettato nel 1933 con lo scopo di regolare le piene.
La laguna è stata fortemente condizionata dall’intervento antropico che si è manifestato attraverso la costruzione di argini provvisti di chiuse che delimitano le vasche evaporanti e le caselle salanti.
La parte meridionale dell’area stagnale è stata adibita a peschiera (peschiera di Palmas), che un tempo comprendeva tutta la laguna, la cui produttività è stata notevolmente danneggiata dall’inquinamento causato dagli scarichi urbani ed agricoli.
Inoltre tutta l’area lagunare è interessata da una fitta rete di strade che alterano profondamente l’asseto naturale della laguna.
ASPETTI NATURALISTICI
Come detto più sopra, gran parte della superficie lagunare è stata rimaneggiata a costituire un sistema di vasche evaporanti e caselle salanti utilizzate dalla Salina di Stato di S. Antioco.
L’elevato contenuto salino delle acque e dei suoli circostanti determinano l’instaurarsi di una vegetazione tipica di ambienti salmastri, con netta dominanza di specie alofile della famiglia delle Chenopodiaceae. Le specie più diffuse sono Atriplex portulacoides, Halocnemum strobilaceum, Sarcocornia fruticosa, Arthrocnemum macrostachyum, Salicornia europaea, Suaeda maritima, Plantago crassifolia, Hordeum marinum, Spartina juncea.
Tra le idrofite sommerse, sono presenti in minima percentuale, date le caratteristiche saline delle acque, solo Althenia filiformis e Ruppia drepanensis.
L’elenco floristico conta 187 entità specifiche suddivise in 43 Famiglie e 128 Generi; lo spettro biologico vede una netta dominanza di Terofite (De Martis & Loi, 1989).
Si segnala che l’Halocnemum strobilaceum, quasi scomparsa da S. Gilla e che presenta qui l’unico popolamento consistente della specie per la Sardegna (Massoli Novelli & Mocci Demartis, 1989), viene considerata specie minacciata insieme alla Spartina juncea (Consorzi Ambiente Sardegna, 1992), conferendo valore alla flora del sito.
Inquinamento di tipo urbano e agricolo hanno determinato fenomeni di eutrofizzazione, mentre il degrado dovuto ad una intensa azione di rimaneggiamento da parte dell’uomo ha portato alla scomparsa delle specie arbustive termofile caratteristiche delle macchie litoranee, e di cui si osservano ancora solo pochi esemplari di Pistacia lentiscus, Calicotome spinosa, Artemisia arborescens, Phyllirea angustifolia, Genista ephedroides, Asparagus aphyllus (De Martis & Loi, 1989).
Lo Stagno di S. Caterina viene inserito da Camarda (1989) tra le “aree costiere di rilevante interesse botanico nella redazione dei Piani Paesistici della Sardegna” e nel “sistema di aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna” (1995).
AVIFAUNA MIGRATORIA / OSPITI REGOLARI DI INTERESSE COMUNITARIO (1994-98)
(All. I Dir. 79/409 CEE e 91/744 CEE)
Cormorano, Tarabusino, Nitticora, Sgarza ciuffetto, Garzetta, Airone bianco maggiore, Airone rosso, Spatola, Fenicottero, Falco di palude, Falco pescatore, Pellegrino, Voltolino, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Occhione, Pernice di mare, Piviere dorato, Combattente, Piro piro boschereccio, Gabbiano roseo, Gabbiano corso, Sterna zampenere, Beccapesci, Sterna comune, Fraticello, Mignattino piombato, Mignattino, Martin pescatore, Calandra, Calandrella, Calandro, Pettazzurro, Forapaglie castagnolo, Magnanina sarda, Magnanina.
VERTEBRATI RIPRODUCENTISI DI INTERESSE COMUNITARIO (1994-98)
(All. I Dir. 79/409 CEE e 91/744 CEE; All. II e IV Dir. 92/43 CEE)
ANFIBI: Discoglosso sardo, Rospo smeraldino, Raganella sarda.
RETTILI: Testuggine d’acqua, Lucertola campestre, Gongilo ocellato, Biacco.
UCCELLI: Tarabuso, Tarbusino (N-prob.), Garzetta (N-prob.), Airone rosso (N-prob.), Falco di palude (N-prob.), Pollo sultano, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Occhione, Pernice di mare (N-poss.), Gabbiano roseo (N-prob.), Sterna zampenere, Sterna comune, Fraticello, Martin pescatore (N-prob.), Calandrella, Calandro.
CENSIMENTI INVERNALI DELL’AVIFAUNA ACQUATICA (1993-97)
Totale degli individui, raggruppati per Ordini, contati nei cinque anni di “Censimenti invernali degli uccelli acquatici nelle zone umide della Sardegna” (I.W.R.B.) durante il mese di gennaio.
ANNI DEI CENSIMENTI E INDIVIDUI CENSITI | ||||||
ORDINE | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 (*) | 1997 | N° medio |
Gaviiformes | – | – | – | – | – | – |
Podicipediformes | 57 | 1 | 9 | 1 | 17 | |
Pelecaniformes | 10 | 75 | 14 | 59 | 40.5 | |
Ciconiiformes | 110 | 55 | 47 | 85 | 74.2 | |
Phoenicopteriformes | 550 | 377 | 327 | 278 | 383 | |
Anseriformes | 165 | 105 | 123 | 41 | 108.5 | |
Gruiformes | 30 | 2 | 9 | 950 | 10.5 | |
Charadriiformes | 1068 | 1297 | 973 | 950 | 1072 | |
Accipitriformes | 5 | 4 | 9 | 8 | 6.5 | |
Coraciformes | 2 | 5 | 1.75 | |||
Totale individui | 2037 | 1916 | 1516 | 1423 | 1723 | |
Totale specie censite | 17 | 19 | 28 | 18 | 20.5 |
Nota (*): la zona non compare nei censimenti.
PESCA
Non viene esercitata l’attività di pesca in quanto le acque iperaline sono proibitive per il popolamento ittico.
ATTIVITA SALINIERA
Attiva produzione e raccolta di sale da parte delle saline di Stato di S. Antioco.
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