pubblicato da L’Unione Sarda 8 giugno 2011
Alessia, la “mamma” dei pulli: «Ecco come li proteggiamo»
Molentargius. Il racconto della naturalista che lavora nel parco
Anche nella colonia di fenicotteri più grande, con 2500 coppie di uccelli, nella parte occidentale dello stagno di Molentargius, è nato il primo pullo. Ieri in tarda mattinata i tecnici del Parco regionale di Molentargius-Saline, armati di cannocchiale, hanno avuto la lieta sorpresa. È proprio il loro lavoro quotidiano, dietro le quinte, che permette a cagliaritani e turisti di poter ammirare da vicino uno spettacolo unico al mondo.
IL MONITORAGGIO Un esempio? È la naturalista del Parco, Alessia Atzeni, che nella notte di pioggia tra lunedì e martedì, ha ordinato di bloccare l’idrovora che drena acqua di mare nello stagno. «Un livello troppo alto avrebbe potuto uccidere i pulli». In questo momento tutti gli operatori del Parco sono impegnati a monitorare la schiusa delle uova.
IL TECNICI «Abbiamo avvistato un pullo di un giorno». Atzeni, uno dei 15 tecnici tra ingegneri, geologi, biologi e naturalisti, è entusiasta. Ed è normale che lo sia, visto che la nascita del piccolo fenicottero è anche merito del suo lavoro e di quello degli altri dipendenti del Parco che ogni giorno controllano che il complesso ecosistema di Molentargius non subisca alterazioni.
NELLA COVA Dal momento che i gentarrubia depongono le uova, i tecnici e gli otto operai – «svolgono un ruolo fondamentale», rivela la naturalista – intensificano le analisi delle acque, la loro salinità e studiano anche il plancton e il bentho, che costituiscono la base alimentare dei fenicotteri. Poi c’è un monitoraggio “speciale”, quello sui cani vaganti, «che sono sia randagi sia quelli con padrone che però vengono lasciati liberi». Grazie a una convenzione con un canile, il Dog Hotel, e la Asl, li individuano, li catturano o li restituiscono ai loro padroni prima che disturbino i gli uccelli rosa. «Basta un nulla perché abbandonino Molentargius e nascituri».
POST SCHIUSA Il controllo si intensifica dopo la schiusa delle uova. «Studiamo l’età e la dislocazione dei pulli». Informazioni necessarie per poterli inanellare. Una lavoro delicato: «Si organizza un recinto all’asciuto dove, assieme ai circa ottanta volontari (naturalisti e inanellatori specializzati provenienti anche dal Continente), convogliamo i fenicotteri e mettiamo l’anello bianco con la scritta nera M, che identifica Molentargius». Un’operazione da svolgersi entro due mesi e mezzo dalla nascita, «prima che i pulli spicchino il volo».
di Mario Gottardi