L’INCENDIO: UN SEGNO CHE IL PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS-SALINE HA ANCORA MOLTI AVVERSARI |
L’incendio che ieri ha interessato una porzione della zona di Medau Su Cramu fino alle rive di Bellarosa Maggiore ripropone con forza una minaccia antica all’ecosistema di zone umide di Molentargius. Infatti quasi ogni anno, sia prima della istituzione del Parco, che dopo e anche negli anni recenti, si è riproposta la minaccia al patrimonio ambientale del Parco, da tutti i versanti: Viale Marconi, Via Fiume, Poetto angolo quartiere S’Arrulloni, Medau Su Cramu e con aree più o meno estese a seconda della direzione e intensità del vento.
Ieri dalla postazione allestita a Monte Urpinu centinaia di persone, insieme agli esperti dell’Associazione per il Parco hanno seguito con trepidazione l’evolversi dell’incendio fino al suo spegnimento. Si è potuto constatare che l’incendio ha lambito, con una notevole nuvola di fumo, la importante garzaia nella fascia ripariale sulla sponda sud di Bellarosa Maggiore, probabilmente interessando decine di nidi ed incenerendo la fascia arborea che la protegge dal lato di Medau Su Cramu. E’ importante ora che il Parco, il Corpo Forestale e le squadre di Protezione Civile proteggano da ulteriori disturbi questo importante presidio naturalistico.
Per fortuna si è visto distintamente che la eccezionale colonia di fenicotteri, in tutti gli isolotti, non è stata interessata dall’incendio (solo qualche disturbo per i pulli al passaggio dell’elicottero). Non ci sono state conseguenze anche per le altre specie nidificanti a Bellarosa Maggiore tra le quali volpoche, avocette, fraticelli, gabbiani rosei.
Questo incendio ripropone un tema generale e ricorrente del fastidio, per certuni, che all’interno di un’area densamente urbanizzata esistano 1600 ettari di Parco sottratti alla urbanizzazione ed alla speculazione edilizia. Gli incendi sono sicuramente opera di stupidi vandali, ma non sono meno gravi le ricorrenti proposte di edificazioni tra cui l’anno scorso quelle nell’area dell’ippodromo del Poetto, o i vari progetti per assi viari, tutti bloccati, rivolti a ridurre ancora il perimetro del Parco, tra i quali vogliamo ricordare quello del 2008 dalla prima fermata fino a Via dei Conversi tagliando gli stagni di Sa perda Bianca.
Insomma il Parco, assediato dal sistema urbano, viene considerato talvolta, purtroppo, come un res nullius.
Siamo convinti che sia necessaria una maggiore opera di sensibilizzazione per un’area unica al mondo con un patrimonio ambientale e naturalistico di importanza internazionale. Pertanto la nostra Associazioneintensificherà le proprie iniziative di coinvolgimento della popolazione a partire dalla postazione di Monte Urpinu di oggi domenica dalle ore 17 alle 20.