Testi e archivio fotografico della Professoressa Giuseppina Primavera
Reclutamento dei lavoratori
Il reclutamento dei lavoratori avvenne a partire dal 1327, con le “comandate”: gli abitanti dei villaggi più o meno vicini, furono obbligati, prima dagli spagnoli e poi dal dominio piemontese, a lavorare nelle Saline.
Il metodo delle “comandate” fu abolito nel 1836 da Carlo Alberto di Savoia. A partire dal 1767 e fino agli anni ‘20, nelle Saline lavorarono i forzati, prima provenienti dalle carceri piemontesi e poi dal vicino carcere di San Bartolomeo. Successivamente le Saline vennero gestite dai Monopoli di Stato e il reclutamento dei lavoratori fissi avvenne tramite concorso; nei periodi di massima richiesta di manodopera, furono impiegati nelle Saline anche lavoratori stagionali, forniti da cooperative di operai e imprenditori associati che operarono nelle Saline fino alla fine delle attività.
I lavoratori residenti in paesi lontani rientravano a casa il sabato sera e ripartivano la domenica sera. L’acqua era fornita dalla “maona”(barca) dell’acqua che conteneva un serbatoio riempito dall’acquedotto presso la Direzione o il Poetto. Gli alimenti erano portati da casa, la mensa fu infatti istituita negli anni ’50.
1930 – Saline di Stato: operai raccoglitori e carrellanti.
Il sale veniva raccolto in “cumuletti” dagli “attellatori”, prelevato con le coffe e le carriole e successivamente con i vagonetti condotti su binari mobili. Tramite elevatori meccanici il sale veniva poi ammassato nei cumuli prismatici.
anni ’30 – Carovana di 6 maone trainate dal locomotore elettrico e diretta al molo della Palafitta; a bordo vi erano un barcaiolo ed un timoniere. Il carico massimo si aggirava sulle 18 tonnellate.
1930 – Archivio famiglia Bande – Foto ricordo con il locomotore elettrico adibito al traino delle maone. Sino agli anni ’20 le maone erano trainate dai forzati del vicino bagno penale di S.Bartolomeo, successivamente dai cavalli.
Si riporta la scritta del cartello: “Locomotive elettriche maschinenfabrik oerlinken zurich Rifabbricatura motori e apparecchi di distribuzione Bande Arturo & C.”
Categorie di lavoratori
Il lavoro nelle Saline era effettuato da operai di vario genere: specializzati, qualificati e comuni, fissi o stagionali, con una grande varietà di prestazioni, dato il lavoro molto articolato e complesso da svolgere. Tantissime erano infatti le categorie di lavoranti, ognuno con un suo preciso e indispensabile compito: raccoglitori, carrellanti, attellatori, palettatori, configuratori, fondalisti, stradini, salinari, arganisti, barcaioli, timonieri, elettricisti, falegnami, tornitori, addetti ai locomotori, capo-operai, tecnici, capo tecnici, dirigenti, amministrativi. Nel periodo di massima produttività (dal 1925 al 1960) il numero dei dipendenti fissi si aggirava sui 400 ed un altro migliaio veniva assunto durante i lavori di raccolta e ammassamento. Mentre i lavoratori assunti dai Monopoli di Stato ricevevano uno stipendio fisso, quelli delle cooperative lavoravano a cottimo.
1930 — Salinieri in attesa della paga, presso la Direzione delle Saline. I lavoratori comuni, forniti dalle Cooperative, erano pagati a cottimo (£ 250 a mucchio negli anni ’60), però dovevano aver lavorato una intera giornata. Per ottenere un migliore guadagno spesso lavoravano anche nelle notti di luna piena
Anni ’60. – Grande cumulo. In seguito alla meccanizzazione delle Saline, il sale, prelevato con la macchina raccoglitrice e trasportato con i trenini, veniva lavato nell’impianto di lavaggio ed ammassato in un unico grande cumulo. Da questo veniva prelevato per l’inoltro, sempre tramite i trenini, al molo della Palafitta, imbarcato sulle navi o depositato nel Capannone Nervi.
Anni’60 – Trenino in uso dopo la meccanizzazione delle Saline. Risultava composto da un locomotore diesel e da 8 vagoncini ribaltabili. I trenini, una quarantina in tutto, consentivano il trasferimento del sale dalla macchina raccoglitrice, lo scarico nell’impianto di lavaggio, l’ammassamento nel grande cumulo ed il trasporto sino al molo della Palafitta.